La Xilografia

Vorrei che questo blog fosse anche un luogo di scoperta. Un breve viaggetto fra le tecniche grafiche. Così che io possa accompagnarti nel mio mondo spiegandoti cos’è per me una specifica tecnica di disegno, ma anche come funziona in modo pratico.

LA XILOGRAFIA COL CUCCHIAIO DI LEGNO

Amo alla follia questa tecnica. La adoro perché obbliga alla sintesi, perché spesso poche aree colorate sono tutto ciò che serve. Vige la legge del lessi is more.
Ho scoperto questo metodo grafico grazie ad un workshop organizzato dallo studio Tigre contro Tigre di Reggio Emilia. Una studentessa dell’Accademia di Brera portava tutto l’occorrente. Noi avremmo solo dovuto scegliere un’immagine da incidere, e venire accompagnate dalla nostra buona volontà.

I MATERIALI

Un’assetta di legno, sgorbie e coltellini per incidere il proprio disegno, inchiostro ad olio per inchiostrare la matrice, fogli di carta e cucchiaio di legno per trasferire l’immagine. “Fatto?”

LA TECNICA

La xilografia è una tecnica di incisione a rilievo, utilizzata generalmente per la stampa.
In soldoni, bisogna incidere il materiale (che di solito è legno, linoleum o gomma) per ottenere una matrice che poi verrà inchiostrata e verrà trasferito il disegno su carta o un altro supporto da stampare.
Ciò che verrà riprodotto sarà il disegno in rilievo, le aree incise resteranno bianche.
Di solito si ha una pressa per trasferire l’immagine inchiostrata sul foglio, ma il metodo che noi abbiamo provato è quello casalingo, per strofinio.
Consiste nel posizionare il foglio sulla matrice inchiostrata e strofinare forte e in modo omogeneo il retro della stampa con un cucchiaio di legno.

Per una stampa a più colori, si dovrà avere una matrice per ogni colore, e fare un lavoro di sovrapposizione stampando una lastra alla volta sullo stesso foglio (centrare la posizione è difficilissimo!).

QUALCHE CENNO STORICO

La tecnica ebbe origine in Cina nel 200 d.C., ed ebbe un grande sviluppo con l’invenzione della carta.
Diffusasi in Oriente, veniva utilizzata soprattutto per fare delle sorte di santini destinati a decorare i templi buddisti. Arrivò in Europa nel Quattrocento, e si diffuse tantissimo grazie all’invenzione della stampa.
Veniva utilizzata per creare le illustrazioni dei primi libri stampati.
Per motivi economici e di velocità di esecuzione, la xilografia venne sostituita dalla calcografia (incisione su metallo). Questo anche perché il legno è più fragile del metallo, quest’ultimo resisteva di più alle tirature elevate.

La tecnica è stata riesumata dopo l’invenzione del legno tagliato di testa (in modo orizzontale). Il materiale utilizzato in questo modo era molto più resistente alla pressione dei torchi.
Questa scoperta fece coesistere le de tecniche finché non vennero entrambe sostituite da metodi di stampa e riproduzione di immagini più moderni (come la litografia, in seguito la stampa a laser, la fotografia…).

Alcuni artisti espressionisti, soprattutto dagli anni ’20, hanno incominciato ad utilizzare la xilografia in maniera artistica sperimentale (mentre in precedenza era stata usata solo come metodo di riproduzione di immagini già esistenti). Hanno preso ispirazione da alcune stampe giapponesi che circolavano in Europa.

OCCIDENTE E ORIENTE

Troviamo qualche differenza fra le stampe occidentali e orientali. In Oriente utilizzano carte leggere molto resistenti di fibre vegetali, hanno una maniera molto meditativa e lenta di svolgere tutti i procedimenti. Le matrici utilizzate sono per di più di legno, e per inchiostrare utilizzano colori ad acqua creando dei giochi di colore e sfumature diverse per ogni stampa. Raramente utilizzano il torchio, per fare pressione hanno uno dischetto di bamboo che utilizzano premendo con la mano.
In Occidente si utilizzano per di più carte di cotone, matrici di legno, linoleum o gomma, e spesso si fa uso di torchi o presse per stampare. Il colore più utilizzato è l’inchiostro ad olio, che crea effetti più omogenei rispetto agli acquerelli giapponesi.

LA XILO, PER ME

Per me è stata una scintilla. Una scoperta che mi ha condotto sotto ipnosi all’ingresso nel mondo della sperimentazione grafica. E’ una tecnica viva, che nonostante limiti ad una distribuzione piuttosto omogenea del colore, lascia scorgere le  vibrazioni delle imperfezioni del legno.


Ringrazio tanto Erica Bellanca, che ha sostenuto il workshop, per avermi regalato una passione.
La passione che mi ha convinto a proseguire con gli studi. Per lasciarmi trasportare altrove dall’onda dell’arte.

Questo bellissimo dono ha invogliato anche me a fare la mia parte.
A condividere il quanto so con quacun altro, che chissà, magari finirà anche lui sotto ipnosi artistica .


Sono disponibile a dare lezioni private, contattami!
Ti terrò aggiornata sui workshop che organizzerò a breve!
Alla prossima tecnica!

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Pubblicato da Annalisa Gorreri

Illustratrice appassionata di storielle e rime. Ama far trombette coi pitaciò, i gatti sempre, ma soprattutto quando fanno il pane.

2 pensieri riguardo “La Xilografia

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