Casa Arte e Casa Lavoro

La mia passione e il mio lavoro coincidono. Faccio quello che più amo, tutto il tempo.
E’ stupendo, è un sogno. Ma bisogna ricordarsi che a volte può essere pericoloso. Pericoloso perché la parola “lavoro” rischia di papparsi la parola “passione”, lasciando al suo posto soltanto quello. Io non voglio che diventi così, voglio che loro due vadano d’accordo. Che convivano felicemente, e magari cucinino insieme biscotti e si scambino regalini a vicenda.

Ma come faccio a educare il Lavoro in modo che non bullizzi la passione? O come faccio a insegnare alla Passione ad essere forte e continuare a farsi valere?

LA SERENA CONVIVENZA

Passione è qui da tempo, ormai. Tutti i vicini la adorano, se ne sta lì, abita da sola, nella bella Casa Arte.

Casa Arte è stupenda, piena di ispirazioni. Ogni profumo può dar vita ad un disegno. Ogni suono, fischio o cinguettio riesce a far sbocciare uno schizzo. Che poi corre inseguendo una matita su un foglio bianco finchè tutti si accorgono che il foglio è pieno e non si va più da nessuna parte.
Allora via che si salta su un altro pezzo di carta e si riprende fino a stancarsi!
Ci sono fiori con petali di idee. Tovaglie con fili di idee. Scatole piene di aghi di idee. Uccellini con piume di idee… E c’è tutto l’occorrente per concretizzarle, queste idee!
E’ una meraviglia, c’è una libertà infinita! Ma anche tanta confusione!
Ogni giorno Passione tramuta le sue emozioni in una forma concreta. Prende appunti per potersele ricordare e rievocarle ogni volta che ne ha nostalgia. Si prende cura di tutto, perché ogni cosa per lei è bella. D’altronde vivendo in Casa Arte, sfiderei chiunque a non trovare tutto bello!

Di recente Passione ha conosciuto un tizio. Uno abbastanza simpatico, ma molto inquadrato.
Si chiama Lavoro. Vive in un palazzo spigoloso, tutto di vetro. Lei sa di essere il suo opposto, per questo ne è attratta. E’ curiosa, vuole capire come si fa a vivere così. Boh, che mistero!

Casa Lavoro è fredda. Ha tante finestre che fanno entrare molta luce, ma non si possono mai aprire. Non c’è mai un suono dolce che riesca a oltrepassare le vetrate. Si sente solo lo squillo del telefono. Gli odori sono quasi completamente assenti. Solo qualche volta, se apri bene le narici, puoi odorare un po’ di caffè. E basta. Per fare tutto c’è uno schema. Non c’è molto per prendere appunti. Qualche pc con la tastiera. Ma se si vuole disegnare? E gli oggetti morbidi dove sono? I fiori? Anche quelli vengono potati perché non crescano in maniera disordinata.
Ad ogni piano tutto è uguale. Stessa monotonia. Stesso colore dappertutto. Bianco. Neutro. Passione pensa che lì si annoierebbe a morte. Meglio che non ci vada.

Continua a non capire come si faccia a stare bene con così tanti limiti. Le sembra tanto bella la libertà. Potersi sfogare con scarabocchi sul muro, o lasciare esplodere tutte le proprie emozioni in macchie di colore!
Basta, si è decisa! Vuole incontrare questo tizio Lavoro e spiegargli bene che non ci sono solo gabbie e schemi, che nel mondo di colori ce ne sono milioni e che è bellissimo poter guardare l’orizzonte e immaginare cosa si nasconde dietro la sua misteriosa linea.

A Casa Lavoro si sente lo squillo del telefono e Lavoro risponde. È Passione che lo cerca.
Lei glielo dice, che a Casa Lavoro non ci vuole andare, e lo invita da lei per un tè. Anzi, se vuole, addirittura a viverci. E ciò che è più assurdo è che lui, inquadrato com’è, ha pure accettato!

Lavoro si presenta puntuale a Casa Arte. “E’ questo il mio nuovo ufficio? Quando inizio a lavorare? Che confusione! Mi metto subito al lavoro!”

Immaginatevi Passione che, senza avere il tempo di batter ciglio, si è vista tutti i muri imbiancati, i fiori potati, i fogli riciclati, i quadri incasellati, i vetri sigillati, gli orologi silenziati…
La sua bella Casa Arte! Le sue emozioni! I suoi ricordi!

“Visto che efficienza?” si compiaceva Lavoro. Intanto Passione, intontita da questa repentina trasformazione, faticava a reggersi. Era profondamente pentita di aver invitato questo tizio a casa sua.


Le sue ispirazioni, le sue idee! Dove erano finite tutte le idee? Spaventate da quel freddo muro bianco, sembravano essersi volatilizzate nell’aria, sparite per sempre! Ma… Eccone una! E’ una foglia che vola! A Lavoro era sfuggita! Come basta poco per avere un’ispirazione! Un piccolo incoraggiamento!
Adesso basta! Casa sua era, e casa sua ritornerà!

“Allora, l’idea è questa…” e Passione incomincia a Spiegare a Lavoro che così, nono, non va!     “io ti ho invitato, mi piace averti qui, ma non ce la faccio a continuare così! Qualcosa da te lo posso imparare, ma se ti prendi proprio tutto non si può fare! Allora io ascolto un pochino te, però voglio e pretendo che impari anche da me!”

E allora, ecco che Passione riprende in mano la situazione, e Lavoro capisce che le sue gabbie non sono la sua felicità. Casa Arte è ancora un po’ diversa, vero, ma di certo non è neutra e fredda come le vetrate di Casa Lavoro.

Casa Arte-Lavoro è sempre meravigliosa, solo un po’ meno disordinata.
C’è una stanza dove ci si lascia andare, si pittura, si scarabocchia, si canta e si danza. Passione e Lavoro amano dedicare il tempo a lanciare secchiate di vernice sul soffitto e lasciare che la grafite pattini libera sul foglio. E poi su un altro e un altro ancora.
E c’è una stanza, invece, dove si tiene conto del tempo. Dove c’è un calendario e il vecchio telefono. La finestra è aperta, suoni e odori vi entrano. Lavoro e Passione sono felici di rispettare le tabelle e gli orari, ma ogni tanto si ritagliano del tempo per loro, cosicché possano ascoltare il vento e vedere dove li porta.

Ci è voluto un pochino, ma hanno entrambi capito. Non si può fare solo una cosa. Piacere o dovere.
Adesso, dedicano il loro tempo a entrambe le cose. Dovevano solo trovare il giusto equilibrio.

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Pubblicato da Annalisa Gorreri

Illustratrice appassionata di storielle e rime. Ama far trombette coi pitaciò, i gatti sempre, ma soprattutto quando fanno il pane.

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