Oggi avevo proprio voglia di raccontarti di quegli occhioni
da pallina pelosa che compaiono ogni tanto sui feed o sulle mie storie di
Instagram.
Sto parlando di Colonnello, il micino che si era fatto trovare in un cespuglio
di rovi in un parcheggio, solo, miagolando aiuto un giorno come un altro, a un
altro mercatino.
Voleva farsi prendere, ma allo stesso tempo esitava. Mi
veniva un po’ incontro, ma se allungavo la mano tornava a nascondersi fra le
foglie. Se provavo ad allontanarmi ricominciava a piangere.
Insomma, diventava una cosa lunga, e io dovevo tornare al mio banchetto, ma
allo stesso tempo non potevo restare tranquilla!
Allora, tutta agitata, ho raccontato al mio ragazzo di lui, che per
tranquillizzarmi mi ha detto che sarebbe andato a dare un’occhiata.
Ero comunque un po’ nervosa, scaricavo lo stress facendo due
passi attorno alla bancarella.
Sono finalmente stata distratta da un cliente.
E poi però, con la coda dell’occhio, ho visto avvicinarsi
uno scatolone con due gambe.
Da dietro, spuntava il viso sorridente del mio moroso. Da dentro si sentiva la
stessa vocina che si era fatta spazio da dietro i rovi qualche minuto prima.
Non so che faccia io possa avere fatto, ma il mio ragazzo me
ne parla sempre come l’espressione più bella che lui mi abbia mai visto fare.
Io volevo piangere di gioia! Abbiamo dato da mangiare al piccolo e lo abbiamo
accudito finché non si è addormentato. L’ho tenuto a dormire in braccio a me
fino a sera, per tutto il resto della giornata, quando in fine lo abbiamo
portata a casa con noi.
Perché potesse passare con noi il resto della sua vita.
E ora Colonnello come sta?
Direi come un gatto. Meglio che qualunque altro umano,
probabilmente.
E’ proprio il mio micio, vuole bene solo a me, mi segue dappertutto.
Come ogni gatto che si rispetti è in ogni momento in cerca di attenzione. Ha
imparato da poco a non sdraiarsi sul PC facendomi una confusione allucinante
con i comandi. E’ da un po’ che non devo chiedere a Salvatore Aranzulla di
dirmi come si sistema il casino che ha combinato.
Per contro non vuole rinunciare a sdraiarsi sui fogli mentre sto scrivendo, sul
tablet mentre sto disegnando o sui libri mentre sto leggendo.
Ogni secondo che passo in casa so che c’è, è una presenza costante. Ho i suoi occhioni vigili azzurri sempre a scrutarmi. Può essere inquietante, ma è solo una richiesta di bacini e coccole.
Il mio ragazzo ha finito per essere geloso di lui, fra loro
è sempre presente una appena palpabile aura di leggera rivalità. Ci penserò io
a spezzarla, mettendomi in mezzo.
Non è poi tanto male un po’ di relax fra fusa da una parte e carezze
dall’altra!