La storia che ti racconto oggi parla di un periodo di avventure frizzantine. Un anno di creatività urbana che mi ha veramente lasciato il cuore pieno di fiorellini, che risbocciano ogni volta che ripenso alle missioni di creatività portate a termine durante quel lasso di tempo.
Ti spiego meglio
Sto parlando dell’anno a cui ho giocato a CCU (Critical City Upload).
Era un social network molto particolare: richiedeva di svolgere delle missioni nella vita reale da scegliere da una lista di istruzioni che si trovavano in una sezione del sito. Bisognava eseguirle, documentarle e pubblicarle sul tuo profilo per condividerle con gli altri giocatori.
Ogni missione completata ti dava dei punti, e ne ricevevi anche se qualche altro “Uploader” trovava bello il tuo caricamento e decideva di votarlo. I voti bisognava darli con parsimonia, perché erano limitati. C’erano vari livelli, solo ottenendo punti questi si potevano sbloccare per poter accedere a missioni più impegnative e avere più voti da dare alle missioni degli altri giocatori.
L’esperimento è durato 3 anni, si è svolto in 3 stagioni. Alla fine di ognuna il punteggio si azzerava e si ricominciava da capo, con tutte missioni nuove di pacca.
A segnalarmi il gioco è stato un amico che lo aveva appena
scoperto e immaginava potesse piacermi. Era la metà della seconda stagione. Mi
sono iscritta. Aveva indovinato.
Ero esaltatissima, al settimo cielo. Capitava a fagiolo che avessi del tempo da
perdere, e l’ho potuto spendere super bene grazie questo progetto così coinvolgente.
Il sito di solito si scopriva per passaparola. Ma molte persone, se erano attente, potevano venire a conoscenza da sole di cos’era CCU. Questo perché ogni missione svolta era accompagnata dal logo e dalla sigla del sito, che dovevano essere lasciati dal giocatore che le eseguiva, se l’opera era permanente. Bastava quindi una piccola ricerca su google per scoprire di cosa si trattava, e iniziare così l’avventura!
Un po’ di storia
Critical City è stato pensato e creato da Focus. Un’azienda
che si occupa di esperimenti sociali.
Beh, sono stati geniali. Non solo
non avrebbero avuto bisogno di assumere attori per i loro esperimenti creandosi
una rete di volontari ignari, che spassandosela li documentavano per loro. Avrebbero
anche creato una community
divertitissima che portava bolle e gioia nelle città. Spesso le missioni
svolte erano anche socialmente utili. Ogni giocatore assiduo aveva un proprio
stile, un segno distintivo che lo rendeva unico. E se era bravo riusciva a
meritarsi la stima di altri giocatori.
Era anche possibile inviarsi messaggi privati usando quella
piattaforma e accordarsi con altre persone per svolgere missioni di coppia o
collettive. Succedeva che persone da regioni diverse, provenienti da luoghi
lontanissimi si incontrassero a metà strada apposta per conoscersi e portare a
termine insieme delle istruzioni.
Il più delle volte questi incontri portavano a vere e proprie amicizie. Io stessa sono ancora in contatto con
alcuni dei giocatori coi quali ho giocato qua e là, e ai quali voglio un sacco
bene!
Il traguardo
Il traguardo bramato da tutti quanti era il settimo livello. Dopo averlo raggiunto si riceveva una scatola segretissima. Io sono riuscita ad averla nella terza stagione. Ancora oggi, dopo anni, non me la sento di svelare a qualcuno cosa questa conteneva.
Le prime cinque persone che ottenevano quel punteggio facevano parte di una squadra. Si dovevano incontrare (da dovunque essi venissero) e venivano loro assegnate altre missioni anch’esse segrete da svolgere esclusivamente con tutti i membri del tuo gruppo. So che è crudele, ma anche queste non ve le dico!
Le seconde cinque erano un’altra squadra, le terze pure… e
così via.
Da quel momento in poi il gioco si svolgeva sia individualmente come prima sul
sito, che in segreto fra i gruppi che si
erano venuti a formare.
Le missioni
Le missioni erano cucciolissime. Ce n’erano tantissime, decine su decine. Spessissimo richiedevano l’interazione con degli sconosciuti. Erano di difficoltà diverse a seconda del punteggio che ti davano. Te ne cito giusto qualcuna per farti capire meglio di cosa si tratta:
“Allestisci un pic-nic in un luogo
inusuale”
“Immortala 3 scene romantiche. I soggetti sono tu e…”
“Il giorno del tuo compleanno realizza tanti pacchetti quanti sono gli anni che
compi e regalali ad altrettanti sconosciuti”
“Invadi di libri uno spazio pubblico”
“Fonda un nuovo movimento e promuovi la tua causa in città”
Wow, insomma.
Mi emoziono ogni volta che le rileggo.
Ma poi cosa è successo?
Eh, niente. Finiti i
finanziamenti. Tante lacrime alla cerimonia di chiusura.
L’ultimo giorno di CCU è stato un ritrovo notturno fra i giocatori, su una
collinetta a Milano, a lanciare in cielo
lanterne di carta con scritti i nostri desideri.
Quanta nostalgia. Quanti ultimi abbracci fra compagni (non troppo) virtuali di
giochi!
Ora Critical City è chiuso. Non è più un social network, ma
solo un archivio di ricordi.
Se ci fai un salto puoi ancora trovare le documentazioni e le descrizioni delle
avventure dei giocatori.
Io ci sono appena stata. Una lacrima è
mi è corsa via.
Anch’io ci ho giocato… solo l’ultimo anno… solo fino a un certo punto quando, secondo me, il meccanismo si è rotto con alcune missioni pubblicate che erano finite fuori strada…
Mi ricordo Annalisa (Adalgisa?!) con le sue super missioni e creazioni… e l’idea che ci era venuta di realizzarne una insieme… che poi non siamo riusciti a concretizzare!
Ma che bello!
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