In gita a Brera

Ero abituata ad entrare dal retro e ad andare subito in aula.
Faccio la pendolare. Viaggio tutti i dì, e quasi sempre scappo via dopo le lezioni per tornare di corsa a casa.

I brevi tragitti che percorro ogni giorno traboccano di antichità e bellezza, solo i corridoi sono di un’imponenza spiazzante. Con le loro statue marmoree maestose, le architetture settecentesche, i soffitti altissimi…
Per i primi mesi non mi sono chiesta cos’altro ci fosse. Sì, sapevo che c’erano le aule si scultura, la pinacoteca, l’orto botanico, laboratori… Ma sgattaiolavo via comunque, sempre svelta verso la stazione.

Alla scoperta di Brera

Sono vari i luoghi e gli angoli ignorati da molti studenti della Scuola di Belle Arti, che camminano in fretta facendosi sfuggire i le storie che solo gli angoli più nascosti sanno raccontare. E solo chi si ferma e aspetta con pazienza, per scorgerle nell’ombra, è in grado di ascoltare.
Dopo il primo periodo di adattamento e distrazione, mi sono fatta prendere come tutti dalla frenesia della vita universitaria, piena di impegni.

Finchè un bel dì di sole non mi son decisa. Sono partita per l’esplorazione!

E ti racconto tutto il percorso della mia gita!

Ti accompagno, è meglio
troppo a raccontare.
Un sogno da sveglia
tutto da esplorare

Ho incominciato dall’ingresso principale, dove ci sono le chiappette di Napoleone.

Le chiappette di Napoleone

Relax, solleone
pausa paglia o caffè
con Napoleone

e gli amici a bere il tè

Poi sono andata in visita alla pinacoteca, per piangere di fronte alla tela “cena ad Emmaus”. Era inevitabile versare una lacrimuccia di emozione trovandosi un Raffaello sotto i riflettori.

La Pinacoteca

Foresta di vesti,
di vivi e costumi.
E come resisti
ai figli dei numi?

Ho proseguito facendo un giro per le aule e i laboratori, stanze tutte diverse l’una dall’altra, per arredamento, architettura e materiali. Ogni aula è una scoperta nuova.

L’aula dei gessi

Ti guardano in tanti
li schizzi inquietato
mille occhi bianchi
che ti han già stregato

Mi sono poi rilassata nel cortile del bivacco, vicino al bel caco che fa baldoria con i cannaioli.

La corte del bivacco

Suo simbolo è il caco
per me perlomeno
è zona bivacco
con pioggia e sereno

Sono poi andata a scoprire i segreti dell’angolo di osservazione astronomica, per ringraziare i vecchi avi scienziati per aver sfidato l’oscurantismo e permetterci oggi di conoscere tante cose.

L’osservatorio astronomico

A stelle pensavo
ho avuto molto più
grazie ad ogni avo
che per noi ha guardato in su


Ho poi concluso il mio viaggetto nell’orto botanico. Un’esplosione verde nel centro di Milano.

L’orto Botanico

Infine una chicca
un Eden piccino
la zona più ricca
il più bel giardino

E’ Lì che ho deciso di posarmi, e di mettere su carta qualche sensazione che ho mi faceva piacere condividere con te in forma di poesia.

Che anche tu possa fermarti e farti raccontare dai muri i passi che han visto percorrere al mondo.
Che anche tu possa fare due chiacchiere con l’anziana bellezza dei luoghi di passaggio.

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Pubblicato da Annalisa Gorreri

Illustratrice appassionata di storielle e rime. Ama far trombette coi pitaciò, i gatti sempre, ma soprattutto quando fanno il pane.

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