La materia principale del mio indirizzo all’Accademia è
Grafica d’Arte.
Ho pubblicato un articolo che, nel caso non sapessi che cos’è, ti racconta di
cosa si tratta. Lo trovi qui.
Il corso è stato abbastanza impegnativo, soprattutto il
numero di ore di frequenza obbligatorie.
Ma sono stata molto felice di avere scelto un’ottima
insegnante per farmi accompagnare durante questi tre anni. Lei ha la bellezza dentro, e parla
dell’arte con talmente tanta passione che è riuscita a farmi innamorare delle
tecniche e dei materiali che lei adora alla follia.
Va matta per i fogli, gli strumenti, i colori di qualità eccellente. E’
estremamente precisa e meticolosa.
Sento che mi sta dando veramente tanto!
Ci ha mostrato tantissime soluzioni grafiche, come utilizzare i torchi, a organizzarci per bene per ottenere un lavoro perfetto! Si, quello che lei cerca è la perfezione. Ed ha una grandissima passione per l’astrazione.
“Emozioni”
C’è chi la trova un po’ quadrata, ma trovo che per me lei
sia meravigliosa.
Anzi, mi sento molto libera nelle mie
scelte. Anche perché ho trovato che, per quanto riguarda i soggetti e le
tecniche, lei non abbia particolari obbiezioni purchè il lavoro sia fatto e
presentato molto bene.
Il tema del progetto d’esame ce lo ha imposto lei. “Emozioni”, era. Un tema estremamente vasto. Spiazza un po’ in verità avere così tanto campo libero.
Il mio progetto
Ho pensato a varie possibilità, e quando è stato il momento
di mettersi all’opera ne ho prese in considerazione solo due: una
semi-figurativa, e una completamente astratta.
Ho tentato di iniziarle entrambe perché non mi sapevo decidere, dopo i primi
risultati non ho avuto dubbi su quale scartare. Quella semi figurativa, che
doveva ripercorrere le emozioni che avevo provato durante un viaggio attraverso
una narrazione che riassumeva il tutto, non mi piaceva. Adoravo alla follia
l’idea, ma l’esito lo avevo trovato deludente.
Ho dunque portato
avanti il progetto astratto.
La cartelletta che ho presentato all’esame conteneva 8 tavole composte da
stampe ricavate da matrici originali di plexiglass con effetti creati dalla
pasta materica (colla per piastrelle). Le matrici erano dei frammenti di varie forme che avevo
ricavato da una grossa lastra di plexiglass tagliata con un taglierino.
Attraverso quelle tavole ho voluto pensare ad un normalissimo giorno della
settimana e pensare a cosa provo nelle
varie fasi della giornata. Dalla pigrizia del risveglio, alla noia della
sera, passando attraverso all’irritazione al momento di dover uscire di casa,
la gioia di una pausa, il fastidio gli impegni del pomeriggio e il relax prima
di andare a letto. L’ultima tavola descrive la notte.
Per ricreare quelle sensazioni ho combinato i colori e le forme delle varie matrici, decorandole di conseguenza.
L’esito
Non avevo mai lavorato ad un progetto astratto, non credevo nemmeno di esserne portata. Mi sono sempre considerata abbastanza figurativa sia come modo di pensare che di esprimermi.
E’ stato sorprendente fare questo esperimento: mi ha aperto
un mondo di estrema libertà, perché è
così che cambiare modalità di linguaggio mi ha fatto sentire: libera.
Dopo questa esperienza amo l’arte ancora di più. Faticavo a leggere l’astrazione, e ora mi sembra di avere imparato a
scrivere in quella lingua. Anche perché non solo ho esplorato un territorio
completamente nuovo, ma ho portato a termine un progetto che mi piace
tantissimo!